Giulia Filacanapa

Abstract:

Traduzioni contemporanee dei lazzi de L’augellino belverde di Carlo Gozzi : un’italianità ritrovata

La Commedia dell’Arte è un teatro che nasce on the road, un teatro di compagnie itineranti per pubblici sempre diversi. I comici dell’Arte per ovviare alla problematica di traduzione di un teatro “viaggiante” hanno costruito una serie di personaggi – maschere – stereotipi rappresentativi di diverse classi sociali (padroni, servitori) e generazioni (giovani, anziani) ognuno di essi caratterizzato da una lingua-dialettale specifica in grado di rappresentare la varietà linguistica della penisola. L’improvvisazione permetteva a questi professionisti di variare il loro repertorio e di adattarlo alle diverse necessità locali, la forte implicazione fisica degli attori ne garantiva una comprensione certa. Delle loro strategie di traduzione estemporanea purtroppo non resta traccia ma grazie alle fiabe teatrali scritte, quasi due secoli dopo, da Carlo Gozzi, è possibile condurre una riflessione approfondita sulla possibilità di tradurre l’arte dell’improvvisazione. Di fatti tali testi furono pubblicati dall’autore in una scrittura ibrida o “centaura” – come la definisce Françoise Decroisette – a metà cammino tra l’improvvisazione e il premeditato, dove i momenti lasciati all’inventiva dell’attore si mescolando a quelli dove questi deve assicurare l’autorità delle parole dall’autore. Rispetto alla tematica proposta dal convegno ci sembra di estremo interesse riflettere sulle traduzioni contemporanee di testi gozziani, nello specifico de L’augellino belverde (1765), portando un’attenzione particolare al meccanismo del lazzo (breve scena in cui prevale il gioco mimico e che si esaurisce in sé stessa, predisposta per interrompere, con un elemento coloristico estemporaneo, la monotonia del dialogo). Intendiamo analizzare in una prospettica storico-comparatistica le traduzione italiane e francesi del testo settecentesco per identificare quali sono le strategie messi in campo da traduttori, padroni della lingua (Françoise Decroisette), e da artisti, maestri della scena (Giovanni Poli e Benno Besson), per rendere alla lettura (e di conseguenza nella sua realizzazione scenica) queste azioni pregne di quell’italianità che ha fatto, e fa tutt’ora tutto il fascino della Commedia dell’Arte.

Bio:

Giulia Filacanapa have recently obtained a PhD in Italian Studies and History of the Theatre at Paris 8, co-supervised by Françoise Decroisette (University Paris 8) and Anna Maria Testaverde (University of Florence). Her dissertation, entitled « À la recherche d’un théâtre perdu. Pratique et théorie de Giovanni Poli (1917 – 1979) : la  Néo-Commedia dell’Arte au XXe siècle en Italie entre tradition et expérimentation »concerns the renaissance of Commedia dell’Arte in the 20th century. A contributor to such specialist reviews as Annuario Internazionale della Commedia dell’Arte and Atti & Sipari, Giulia Finacapa has presented papers at diverse conferences in France, Canada, Italy and Switzerland, and has notably published  “Gli studi italiani sulla commedia dell’Arte dal 1996 a oggi” (Fortuna Europea della Commedia dell’Arte, Direzione generale per i beni librari, Roma, 2009). Moreover, her work as an assistant to Carlo Boso, Stefano Perocco and Katrin van Beurden allows her to develop her reflection on “Neo Commedia dell’Arte”.