2009 QSIM 2 back cover

«Chi non ritiene che la conoscenza debba convertirsi in obbligo morale, diviene preda del principio di potenza, e ciò produce effetti dannosi, rovinosi non solo per gli altri ma anche per lui stesso. Grande è la responsabilità umana verso le immagini dell’inconscio. Sbagliare a capirle, o eludere la responsabilità morale, significa privare l’esistenza della sua interezza, essere condannati a una vita penosamente frammentaria». E’ seguendo questa via che, secondo Jung, l’uomo moderno deve ri-apprendere a fronteggiare la totalità del suo essere.
In questa prospettiva si iscrive il secondo volume dei Quaderni di studi indo-mediterranei, dedicato alla tematica del sogno e della visione. I diciannove contributi qui raccolti esplorano in una prospettiva diacronica e comparata i diversi, ma spesso sorprendentemente simili, modi in cui negli spazi del continente euro-asiatico è stato avvicinato nei secoli il versante arcano della psiche umana: in base alla convinzione, cioè, che nell’esperienza onirica e nell’evento visionario si celi e si riveli insieme un frammento di quella verità universale cui a noi, in quanto umani, incombe di tentare almeno di dar nome. E’ solo nella contemplazione di questo specchio dell’invisibile, infatti, che da sempre e oggi più che mai gli esseri umani possono sperare di intravedere quella dimensione dell’esistenza nella quale il principio di potenza cede il passo a una comprensione responsabile dell’agire.