Molte forme religiose, specialmente quelle che sono rimaste lungamente in contatto tra loro sia nel tempo che nello spazio, hanno finito con l’intrecciare i loro rami in nodi ed anelli più o meno stretti. La realtà storica di queste intercon-nessioni, alcune delle quali sono ancora sorprendentemente vive e diffuse, ci fa comprendere che oggi lo studio dei rapporti tra le religioni non può più sterilmente limitarsi né a una rigida e separata trattazione specialistica, né ad un’astratta, quanto semplicistica, comparazione.
Durante tutto il Medioevo e il Rinascimento, tre furono le principali sponde cultu-rali e religiose del Mediterraneo. Non solo, dunque, quella cristiana e quella isla-mica, ma anche quella ebraica. Perché le comunità disperse dalla diaspora e concentrate nelle principali città portuali, con i loro ininterrotti legami, costitui-rono tutte insieme una sorta di ‘terza sponda’, che fu, in tutti i sensi, perfettamente trasversale rispetto alle altre due. Ad esempio, riguardo alla copiatura, traduzione e diffusione di testi e di dottrine, comprese quelle mistiche ed esoteriche dell’Er-metismo, dell’Alchimia e della Kabbalah.
Ad alcuni dei meno noti, oltreché dei più singolari e significativi momenti di connessione tra Ebraismo, Cristianesimo e Islam sono dedicati i contributi degli specialisti che hanno collaborato a questo volume. E non solo a quelli storica-mente certi e documentati, ma persino a quelli che furono semplicemente imma-ginati, sia sul piano della leggenda, come quella assai nota dei “tre anelli”, che sul piano del mito. Come quello sviluppatosi, lungo le sponde di tutto il Mediter-raneo, attorno alla figura spirituale del profeta Elia. Perché, come scriveva Giovanni Pico della Mirandola, “Come il Giusto è confluenza d’acque, così la Divinità è il mare a cui tendono tutti i fiumi”.