In senso teologico e poi giuridico, il concetto di grazia è inscindibile da quello della sovranità di Dio e del potere mondano sulla terra che da essa deriva. Ma la sovranità di Dio chiama in causa la libertà dell’uomo ovvero la questione del “libero arbitrio”, secondo una relazione in sé e per sé intrinsecamente dialettica, da cui dipende la prospettiva soteriologica. D’altra parte, la parola greca charis ha unificato in un unico termine la pluralità di termini che nell’Antico Testamento sono riconducibili all’idea di grazia. Per questa via, il concetto è di nuovo inscin-dibile da quello non meno abissale della bellezza, secondo una relazione che questa volta chiama in causa creazione e creatura. La prima direzione è metafisica e teologica, la seconda in senso lato ‘poetologica’. L’ipotesi che la sorregge, risa-lente a Michel de Certeau, è che la poesia – inclusa la ‘poesia cinematografica’ –sia erede della mistica.
Questi i due principali fili conduttori del volume, in cui il lettore troverà nella prima parte contributi che vanno dal senso metafisico ed estetico della grazia all’approfondimento di figure quali Pasolini, Luzi, Giudici, Kafka, Silone e Bresson, inclusa una ‘meditazione poetica’ sulla grazia; nella seconda parte preziosi spunti di riflessione sul tema dalle prospettive teologiche delle religioni iranica, islamica e buddista alla poesia mistica persiana.